Prosegue l’edizione 2018 del Pensare dalla Ripa, ciclo di incontri promossi da DIAFORÀ e dedicati quest’anno al tema dei beni comuni. Dopo gli interventi di Alberto Melloni e Luigi Lombardi Vallauri, martedì 20 febbraio l’appuntamento è con Massimo Amato, professore di storia economica e storia del pensiero economico presso l’Università Bocconi di Milano, autore di diversi scritti tra cui “Fine della finanza. Da dove viene la crisi e come si può pensare di uscirne”, libro che ha trovato molta risonanza anche presso un pubblico di non addetti.


Che cosa significa possedere moneta? Che rapporto c’è fra il possesso di moneta e il suo uso? E in particolare, se la moneta è un bene comune, ha senso ammettere fra i suoi usi la tesaurizzazione ossia la sua indefinita sottrazione alla circolazione? Queste sono solo alcune delle domande a partire dalle quali Amato svilupperà il suo intervento durante la conferenza “La moneta come bene comune”. Oltre a riflettere sui fondamenti di una possibile moneta (del bene) comune, la conferenza lascerà spazio anche alla presentazione di uno schema di moneta complementare, elaborato da Amato e Fantacci per il comune di San Martino in Rio (RE), volto alla integrazione dei soggetti deboli (migranti, disoccupati) nel tessuto economico e sociale di una comunità”.

«La moneta tanto più realizza la sua vocazione a essere bene comune, quanto più è istituita per circolare a servizio di una comunità» – anticipa Massimo Amato -. «Le monete complementari sono, quando ben concepite, un’esemplificazione perfetta di una moneta costruita per servire la comunità. Una moneta chiamata a servire il bene comune rendendo complementari politiche d’integrazione e politiche di cura dei beni comuni.»

I dettagli nel COMUNICATO STAMPA

Ingresso gratuito!

I prossimi appuntamenti del Pensare dalla Ripa?

26 FEBBRAIO “Ecologia del diritto e beni comuni”, relatore Ugo Mattei
06 MARZO “La decrescita in pratica. Unica soluzione alla crisi”, relatore Serge Latouche
19 MARZO “Essere in comune e avere in comune”, relatore  Carlo Sini