Dal 18 febbraio 2020 tornano gli appuntamenti promossi dall’Associazione culturale DIAFORÀ nell’ambito del ciclo di conferenze Pensare dalla Ripa.  “La verità del falso” è il leitmotiv dei quattro incontri che quest’anno porteranno a Bergamo nomi d’eccellenza del panorama culturale internazionale: Enrico Letta, Carlo Sini, Carlo Cottarelli e Matteo Lancini. L’evento, patrocinato dal Comune di Albino, è realizzato con il sostegno di: La Fenice,  Confcooperative Bergamo,  Termoidraulica Bonfanti, Elmas e Seriana Case.

Primo appuntamento con la conferenza di Enrico Letta, “Il cortocircuito tra politiche europee e sovranità nazionale”: MARTEDÌ 18 FEBBRAIO alle 20.45 presso l’Auditorium Cuminetti di Albino. Ingresso gratuito.

Seguiranno: 23 MARZO “In verità vi dico: destini del detto”, relatore Carlo Sini / 2 APRILE “Pappagalli ed elefanti: quando il falso sembra vero”, relatore Carlo Cottarelli / 20 APRILE “La vita degli adolescenti: la verità del virtuale”, relatore Matteo Lancini.


Dopo aver ospitato eccellenze del panorama culturale contemporaneo – per citarne alcuni, Serge Latouche, Carlo Sini, Umberto Galimberti, Massimo Amato, Ugo Mattei, Alberto Melloni, Luigi Lombardi Vallauri, Rocco Ronchi, Igor Salomone, Sergio Givone -, DIAFORÀ torna a proporre spunti di riflessione nella nuova edizione del Pensare dalla Ripa, ciclo di incontri dedicati quest’anno al tema del rapporto tra verità e falso. Dal 18 febbraio al 20 aprile ci si confronterà con il pensiero di Enrico Letta, Carlo Sini, Carlo Cottarelli e Matteo Lancini.

«Anche quest’anno abbiamo voluto porre al centro del Pensare dalla Ripa un tema di estrema attualità» – commenta Alessandra Pozzi, Presidente di Diaforà – «approfondendolo grazie ai contributi di studiosi che provengono da differenti discipline: la politica, la filosofia, l’economia e la psicologia. Oggetto della nostra riflessione sarà l’inquinamento della verità, un concetto di cui oggi, nell’epoca dell’iper connessione e dell’iper informazione, abbiamo estremo bisogno, forse ancora più di un tempo.»

«Il web ci ha trasformato in produttori veloci e insieme destinatari di notizie in un cortocircuito dove è impossibile verificare le fonti» – continua Alessandra Pozzi – «Le “bufale”, o come si definiscono oggi, le fake news, diventano armi micidiali capaci di minare ogni terreno, da quello politico e sociale a quello economico.  Esiste un brusio di sottofondo che rende ormai impossibile separare ciò che è da ciò che si dice. Del resto oggi la società ha mescolato così tanto la vita reale con quella virtuale che è quasi impossibile definire i confini dell’una e dell’altra. E al proposito merita un’attenzione speciale il mondo dei giovani che certamente, da tempo, ha qualcosa da insegnarci intorno alla potenza del virtuale.»

Maggiori informazioni del COMUNICATO STAMPA

Scarica la LOCANDINA